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venerdì 25 giugno 2010

Fahrenheit 451

Fahrenheit 451

Tratto dall'omonimo best-seller di Ray Bradbury e diretto dal famoso regista François Truffaut, "Fahrenheit 451" è un grande capolavoro cinematografico che innova il genere fantastico, soprattutto per l'originalità della trama. Ci troviamo in un "improbabile" futuro, in una nazione imprecisata, in un paese dove i giornali presentano fumetti senza didascalie, dove la legge vieta la lettura di libri che, per questo vengono perseguiti e bruciati da una squadra di uomini dipendente dal governo e attrezzata debitamente per lo scopo. Il protagonista, Montag (Oskar Werner), è un uomo in apparenza rassegnato al sistema. Sposato con una donna tranquilla e conformista, egli lavora da anni proprio per quella "squadra anti-cultura". La sua vita giunge però a un bivio quando conosce una professoressa ribelle (Julie Christie) che legge e colleziona libri.

Citazioni dal film: "I libri li riduciamo in cenere e poi bruciamo le ceneri: è questo il nostro motto". (Montag alla professoressa).
"Devo leggere. Devo mettermi in pari coi ricordi del passato". (Montag alla moglie).
"Stammi a sentire Montag: a tutti noi una volta nella carriera, viene la curiosità di sapere cosa c'è in questi libri; ci viene come una specie di smania, vero? Beh dai retta a me Montag, non c'è niente lì, i libri non hanno niente da dire!". (Il capitano dei pompieri a Montag).

Dialoghi.
Nella scena iniziale del film la squadra "anti-cultura" ha appena finito di bruciare alcuni libri scoperti in un'abitazione il cui proprietario ha fatto in tempo a sfuggire all'incursione della squadra anti-cultura. Il Capitano chiama Montag a sé.
Capitano: Montag, vieni qui. Beh, eh... di che tipo erano quei libri?
Montag: Non ci ho fatto caso. C'era un po' di tutto: romanzi, biografie, racconti d'avventura.
Capitano: La solita roba, eh? Ma perché leggono? È solo un puntiglio. A proposito, che cosa fai, Montag, nei tuoi giorni liberi?
Montag: Non molto, signore: falcio il prato.
Capitano: E se fosse proibito anche questo?
Montag: Lascerei crescere l'erba.
Capitano: (sorride soddisfatto) Bravo! (Pausa) Montag, forse avrai qualche buona notizia fra qualche giorno. Benedict non resterà con noi per molto e Montag forse prenderà il suo posto.
Montag: Una promozione?
Capitano: Spero che l'idea ti renda felice, Montag.

Scena nel treno. Il ritorno di Montag a casa. Dialogo con la professoressa.
Professoressa: Noi siamo vicini di casa. Io sto vicino all'isolato 813. Lei non abita lì?
Montag: Sì, infatti.
Professoressa: Sa che facciamo lo stesso percorso tutti i giorni?
Montag: Davvero?
Professoressa: E per questo che mi sono detta che dovevamo parlarci qualche volta. Le dispiace che io parli, voglio dire?
Montag: No, no, parli pure, ma le confesso che non sono un gran conversatore.
Professoressa: Non si preoccupi di questo. Una volta che ho incominciato, niente mi ferma più. Mio zio dice che sono una miniera di parole.
Montag: Questo suo zio non le ha mai detto di non parlare mai con gli sconosciuti?
Professoressa: No. Ha detto solamente che se qualcuno mi chiedeva l'età, dovevo dire: ho vent'anni e poco sale nella zucca. Sono due cose che negano.
Montag: Poco sale nella zucca?
Professoressa: Stupida. Svitata... Comunque lei non mi fa paura.
Montag: E perché dovrei?
Professoressa: Infatti, non c'è motivo. Per l'uniforme, immagino. Molte persone hanno paura... paura dei pompieri. (Il treno si ferma).
Montag: Questa è la mia fermata.
Professoressa: Anche la mia. Lei è un ufficiale?
Montag: No, non ancora... ma sarò promosso presto. (Mentre scendono).
Professoressa: Anche a occhi chiusi riuscirei a capire che mestiere fa.
Montag: È per via dell'odore del kerosene? (Adesso camminano a piedi). È piuttosto forte, vero? A mia moglie non piace. Dice che si attacca a tutto. A me non dispiace. Io lo trovo una specie di... profumo.
Professoressa: Profumo?
Montag: Sì, un profumo come tanti altri.
Professoressa: Non ho mai visto sua moglie. Com'è fatta?
Montag: È quasi come lei, solo che ha i capelli più lunghi.
Professoressa: Davvero somiglia a me?
Montag: Quasi identiche.
Professoressa: Mi dica, quel numero che portate tutti, che cosa significa?
Montag: Ah, Fahrenheit 451.
Professoressa: Perché 451 invece di 813, 121...
Montag: Fahrenheit 451 è la temperatura con la quale i libri prendono fuoco e cominciano a bruciare.
Professoressa: Ah! Vorrei farle un'altra domanda, ma non ne ho il coraggio.
Montag: Sù, avanti.
Professoressa: È vero che tanto tempo fa i pompieri servivano a spegnere gli incendi e non a bruciare i libri?
Montag: (sorride) Credo che suo zio abbia ragione: lei è un po' svitata. Spegnere gli incendi? Chi glielo ha raccontato?
Professoressa: Non lo so. Qualcuno. Ma è vero, non è così?
Montag: No, che idea assurda. Le case sono sempre state incombustibili.
Professoressa: La nostra no.
Montag: Beh, allora... verrà demolita un giorno o l'altro. Dovrà essere distrutta e lei dovrà traslocare in una casa incombustibile.
Professoressa: Che peccato. Mi dica, perché lei brucia i libri?
Montag: (sorpreso) Come? Ah, beh... è un lavoro come gli altri. Un buon lavoro. Piuttosto variabile. Il lunedì bruciamo Lucrezio, il martedì Molière, il mercoledì Machiavelli, il giovedì Goldoni, il venerdì Voltaire, il sabato Sartre e la domenica Dante. Li riduciamo in cenere e poi bruciamo le ceneri: è questo il nostro motto.
Professoressa: A lei non piaccono i libri?
Montag: A lei piace la pioggia?
Professoressa: Ma certo, l'adoro.
Montag: I libri sono soltanto un mucchio di spazzatura. Non servono a niente.
Professoressa: E allora perché si cerca di leggerli malgrado sia pericoloso?
Montag: Proprio perché è una cosa proibita.
Professoressa: E perché è proibita?
Montag: Perché rende infelice l'umanità.
Professoressa: Lei ne è proprio convinto?
Montag: Ah certo. I libri rendono sempre la gente antisociale.
Professoressa: Crede che io sia antisociale?
Montag: Perché me lo chiede?
Professoressa: Beh, io sono un'insegnante... cioè, non del tutto, sono ancora in prova. Oggi ho avuto la prova di psicoanalisi e non credo di aver detto cose giuste. Non sono sicura delle risposte che ho dato... forse per questo che l'ho assalita così? Le ho dato molto fastidio?
Montag: Oh no, nient'affatto. Anzi, anch'io sono stato esaminato oggi e non devo aver brillato... beh...
Professoressa: Io abito lì: vede questa è la mia casa... un'altra domanda...
Montag: Ancora?
Professoressa: Piccola piccola.
Montag: Avanti, coraggio.
Professoressa: Lei li legge mai i libri che brucia?
Montag: Mmm, perché dovrei? Primo, non m'interessano; secondo, ho di meglio da fare; terzo, è proibito.
Professoressa: Lei è felice? (A Montag che si sta allontanando).
Montag: Che? Certo che sono felice. (Montag entra a casa sua).

Scena della scoperta e dell'incendio della biblioteca segreta. La proprietaria si lascia uccidere piuttosto che abbandonare i suoi libri. Il Capitano a Montag mentre va scoprendo i libri.
Capitano: Montag, guarda che spettacolo, lo sapevo, lo sapevo. Sai, tutto questo, l'esistenza di una biblioteca segreta era nota nelle alte sfere, ma non c'era modo di arrivarci. Soltanto una volta in vita mia avevo visto tanti libri in un posto solo. Allora ero un semplice pompiere, non ero ancora autorizzato a usare il lanciafiamme. Sono tutti nostri, Montag. Stammi a sentire, Montag: a tutti noi, una volta nella carriera, viene la curiosità di sapere cosa c'è in questi libri. Ci viene come una specie di smania, vero? Beh, dài retta a me, Montag, non c'è niente lì! I libri non hanno niente da dire! (Butta a terra molti libri). Guarda, queste sono opere di fantasia e parlano di gente che non è mai esistita. I pazzi che li leggono diventano insoddisfatti, cominciano a desiderare di vivere in modi diversi, il che non è mai possibile.
Un pompiere: Questa casa è inagibile, capitano. Dicono di bruciare i libri con tutto il resto.
Capitano: No. Bruciare i libri è un conto, ma bruciare la casa è un'altra faccenda, no? Non è mai bene bruciare tutto quanto insieme. Vieni qui, Montag. (Mostra altri libri e altri ne fa cadere). Tutta questa filosofia: liberiamocene! È anche peggio dei romanzi. Pensatori, filosofi... dicono tutti esattamente la stessa cosa... Soltanto io ho ragione, gli altri sono tutti imbecilli. In un secolo ti dicono che il destino dell'uomo è prestabilito; il secolo dopo, invece, ti dicono che ha libertà di scelta. (Pausa). È soltanto una questione di moda la filosofia. È come le gonne corte quest'anno, le gonne lunghe l'anno prossimo. Guarda, tutte storie di morti, biografie si chiamano, autobiogafie: la mia vita, il mio diario, le mie memorie, le mie memorie... intime. Ma loro hanno cominciato solo... beh, per l'impulso di scrivere. Poi, hanno continuato solo per soddisfare la loro vanità, distinguersi dalla massa, essere diversi, poter guardare gli altri dall'alto in basso. (Prende un libro) Ah, premio dei critici. Questa è buona. Evidentemente aveva i critici dalla sua: uomo fortunato, eh? Lascia che ti dica una cosa, Montag: così, a occhio, quanti premi letterari diresti che venissero conferiti ogni anno in questo Paese? Cinque, dieci, quaranta? Nientemeno che mille e duecento. Chiunque mettesse un po' di nero sul bianco, finiva per vincere qualche premio, prima o poi. (Prende un altro libro) Ah, Robinson Crusoe. Ai negri non piaceva per via del servo, Venerdì. (Altro libro) E Nietzsche... Nietzsche, questo non piaceva agli ebrei. (Altro libro) Eccone uno sul cancro del polmone. Vedi, tutti i fumatori si spaventavano a morte e quindi, per la tranquillità di tutti, noi li bruciamo. Ah ah, (un altro libro) questo qui dev'essere molto profondo: l'Etica di Aristotele. Naturalmemte chiunque lo legga deve credere di essere superiore a chi non lo ha letto e... questo non è bene, Montag. Noi dobbiamo essere tutti uguali. L'unico modo per essere felici è di sentirci tutti uguali. Quindi, noi, dobbiamo bruciarli, Montag, fino all'ultimo.

Titolo originale: Fahrenheit 451.
Regia: François Truffaut
Interpreti: Oskar Werner, Julie Christie, Cyril Cusack, Anton Driffing, Jeremy Spenser, Alex Scott.
Musica originale: Bernard Herrmann.
1966, Gran Bretagna - colore.
Durata: 108'.

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martedì 25 maggio 2010

Dersu Uzala

Dersu Uzala, il piccolo uomo delle grandi pianure.

Citazioni dal film: "Se Dio non ti tradisce, l'orso non ti mangia".

Dialoghi.
L'arrivo di Dersu Uzala al campo degli esploratori militari guidato dal capitano Arseniev.
Il capitano: "Non vuoi mangiare con noi?"
Dersu: "Grazie capitano, mio molta, molta fame. Oggi mangiato niente".
Un soldato: "Tu cosa saresti? Un cinese, un coreano?".
Dersu: "Mio, Gold".
Soldato: "Cacciatore?"
Dersu: "Mio, sempre va a caccia, altro lavoro, niente".
Soldato: "E dove vivi?".
Dersu: "Mio casa niente, su monte vivi".
Soldato: "Oggi si direbbe che non hai preso niente".
Dersu: "Oggi sparato cervo, ferita piccola, cervo scappa, mio dietro, e orma visto, mio cammina pianino, pensa, quale omo da lontano sui monti, io guardato bene: capitano c'è, soldati c'è e allora mio venire qui da voi".
Soldato: "Che cacciatore sei se hai mancato il cervo?".
Dersu: "Perché, tu colpisci sempre?"
Soldato: "Noi siamo militari, come facciamo a sbagliarci?".
Dersu: "Tu grande cacciatore, se tutte le bestie tu uccidi, noi mangiamo niente!".

Scena in cui il gruppo si ripara dalla pioggia.
Dersu: "Pioggia presto finisce, sole viene".
Soldato: "Dersu, cos'è il sole, lo sai?"
Dersu: "Sole conoscono tutti. Forse tu sole mai visto? Se mai visto, vedi, passa di lì!".

Al bivacco notturno.
Dersu, rivolto al fuoco del bivacco: "Questo cattivo omo: grida".
Soldato: "A sentire te ci sono omini dappertutto".
Dersu: "Sì, guarda (all'acqua del fiume che scorre), anche questo è omo. L'acqua è viva".
Soldato: "Allora per te anche il fuoco è vivo?".
Dersu: "Sì, anche il vento è omo... Fuoco s'arrabbia e taiga brucia molti giorni... fuoco s'arrabbia, fa paura; acqua s'arrabbia, fa paura; vento s'arrabbia, fa paura: tre omini forti".


"Un film sull'amicizia, sul rapporto (non convenzionale) tra uomo e natura; una straordinaria storia d'umanità, e senz'altro uno dei più bei film del regista giapponese. Fu realizzato dopo un tentato suicidio e ben cinque anni di inattività.

Un grande senso onirico pervade tutto il film e molte sono le scene che colpiscono: l'incontro con un cacciatore cinese vecchio e stanco, il piccolo cacciatore chino ed immobile a fianco al fuoco del camino, le voci quasi sovrannaturali della foresta. La filosofia di Dersu è basata sul rispetto della natura e degli uomini, una visione panteista del mondo, per lui delimitato dalla taiga.

Prodigioso l'uso del colore, soprattutto nelle bellissime riprese dentro la taiga.

Il film profonde uno sguardo di grande dolcezza sui personaggi e sulla natura. Nonostante la lunga durata, la vicenda si adagia su un respiro lento ed epico al contempo".

Titolo originale: Dersu Uzala
Regia: Akira Kurosawa.
Interpreti: Maksim Munzuk, Jurij Solomin, Svetlana Danilchenko, Dmitri Korshikov, Suimenkul Chokmorov, Vladimir Kremena, Aleksandr Pyatkov.
Musica originale: Isaak Shvarts.
1975, Russia/Giappone - colore
Durata: 129'.

Premi: * Premi Oscar 1976: Oscar al miglior film straniero
* 1 David di Donatello 1977: migliore regista straniero
* Gran Premio al Festival di Mosca


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venerdì 21 maggio 2010

Quarto Potere

Citazioni dal film: «Io sono un'autorità su come far pensare la gente».
"L'altra settimana, come per tutti gli uomini, la morte è sopraggiunta anche per Charles Foster Kane".

Un dialogo tra Charles Kane e il caporedattore Mr. Bernstein.
Bernstein: C'è sempre la possibilità che tu riesca a morire più ricco di me.
Kane: Certo morirò più ricco di quando sono nato.
Bernstein: Gli altri utili sono stati superiori alle perdite.
Kane: Sì, sì, ma critico i metodi.
Bernstein: Lo sai, Charles, in vita tua non hai mai fatto un investimento. Hai sempre usato i soldi per...
Kane: ... per comprare la Roba. (Pausa) Proprio così. (Pausa) Forse mia madre avrebbe voluto scegliere un banchiere meno fidato. (Pausa) Beh... ho sempre scherzato sulla mia enorme fortuna. (Pausa) Lo sa, signor Bernstein, se non fossi stato molto ricco forse sarei potuto diventare un grand'uomo.
Bernstein: Non credi di esserlo?
Kane: Ammetto di essermela cavata data la situazione.
Bernstein: Cosa avresti voluto essere?
Kane: Tutto ciò che lei disapprova.

La scena della presentazione della candidatura di Kane a governatore: "Vi dico che soltanto un uomo può affrancare questo Stato dal nefasto dominio e dai rovinosi intrighi di James Gettys e mi riferisco a Charles Foster Kane: l'uomo di grandi vedute, l'amico di tutti i lavoratori, il futuro governatore di questo Stato, che ha presentato la sua candidatura...".

La scena successiva riprende la battuta finale del presentatore con Kane sul podio che comizia: "... con un solo scopo: denunciare e render nota a tutti la disonestà, il violento sopruso organizzato dalla macchina politica montata da James Gettys. Quest'uomo fa uso e abuso del governo di questo Stato. Finora, lo sapete, non mi sono azzardato a fare promesse perché fino a qualche settimana fa non avevo alcuna speranza di venire eletto. (Risate del pubblico) Adesso, però, ho qualcosa di più di una speranza... dei dati statistici raccolti dimostrano che io verrò eletto. E se così è, ora posso anche arrischiarmi a fare delle promesse... Quelli che lavorano, tutti i lavoratori, i bimbi dei tuguri sanno che io mi batterò a fondo per il loro interessi. Il cittadino, l'uomo della strada sa che farò tutto quanto in mio potere per proteggere i diseredati, i malpagati e gli affamati. (Grandi applausi) Beh... potrei essere più preciso nelle promesse se già fin d'ora mi dessi tanto da fare per mantenerle (risate): ma una voglio farla fin d'adesso e il signor James Gettys sa bene che la manterrò. Il mio primo atto come governatore di questo Stato sarà quello di nominare una commissione speciale che indaghi sulla passata amministrazione e poi denunci e condanni il signor James Doppia W Gettys!".

"Opera capitale della storia del cinema, girato dal regista a soli ventisei anni ispirandosi alla vera storia dell'editore William Hearst. Vengono messi in discussione i modelli del sogno americano ed evidenziati gli elementi principali della cultura new-idealista. Segnò il passaggio alla cinematografia moderna per l'uso del flashback, per il rapporto fra musica e immagini, per l'uso avanzato della macchina da presa".

Titolo originale: Citizen Kane.
Regia: Orson Welles.
Interpreti: Orson Welles, Joseph Cotten, Everett Sloane, Agnes Moorehead, Dorothy Comingore, Ruth Warrick, Ray Collins, Erskine Sanford, William Alland, Paul Stewart, George Coulouris.
Musica originale: Bernard Herrmann.
1941, USA - b/n
Durata: 103'.

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